Superate in tre giorni le 2.000 firme. Solidarietà ai lavoratori Enel anche dai sindacati di Polizia
La petizione del Comitato Lavoratori della centrale Enel di Porto Tolle è stata sottoscritta anche dal nuovo sindaco di Rovigo, Bruno Piva. "Sostieni il lavoro in Polesine" è arrivata oggi tra le bancarelle del mercato settimanale a Rovigo, in Corso del Popolo, e a Loreo, raccogliendo circa 850 firme (846) per la riconversione a carbone "pulito", bloccata da una sentenza del Consiglio di Stato. Sono state così superate le 2.000 firme in soli tre giorni.
"Il diritto al lavoro e la tutela dell'ambiente possono convivere nel reciproco rispetto, perché la nuova centrale - affermano i lavoratori - rispetta l'ambiente con emissioni del 50% sotto i limiti di legge". Con la prossima riunione della giunta regionale del Veneto, il 7 giugno, arriverà il momento di una nuova manifestazione.
I lavoratori si ritroveranno a Venezia, davanti a Palazzo Balbi.
"Se la Regione, come sostiene il Consiglio di Stato, dovrebbe produrre una "comparazione analitica e motivata" tra l'impatto ambientale di una centrale a carbone e una centrale a gas metano, allora si faccia. Un investimento di 2,5 miliardi non può restare fermo nei corridoi della burocrazia. Stiamo rischiando che finisca all'estero". Rispetto a una centrale a metano, "la riconversione a carbone "pulito" - ricordano i lavoratori - significa 3.000 persone in fase di cantiere, appalti alle imprese locali e 800 posti di lavoro stabili a fine cantiere".
"Con una centrale a metano, invece, tutto questo non ci sarebbe. A Porto Tolle resterebbero solo 30 posti di lavoro e pagheremo bollette più care, perché il gas costa più del carbone".
Solidarietà ai lavoratori della Centrale Enel di Porto Tolle è arrivata a Rovigo anche dai sindacati di Polizia Siap, Silp per la Cgil, Coisp e Anfp, che in Corso del Popolo hanno manifestato contro l'azione di ridimensionamento della capacità operativa delle Forze di Polizia.
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