Apprendiamo da un comunicato stampa che la giunta della Regione Veneto ha trasmesso al Consiglio regionale una proposta di modifica della legge che blocca la riconversione a carbone della Centrale di Porto Tolle. Questa iniziativa riaccende uno dei motori dell’economia nazionale e la speranza di migliaia di lavoratori, dipendenti Enel e delle imprese nell'indotto. Il nostro futuro e' stato sospeso dopo lo stop che il Consiglio di Stato aveva motivato cosi': “Finche' la Regione Veneto non riterra' di modificare la legislazione di sua competenza, deve essere applicata la legge regionale tuttora vigente secondo cui nella zona di Porto Tolle possono essere costruite esclusivamente centrali alimentate da gas naturale o da fonte alternativa di pari o minore impatto ambientale”.
Per la legge del Parco si amministra l'ambiente con il confronto tra i combustibili, ma un confronto così, senza indicare la tecnologia adottata, non ha tecnicamente nessun senso. Oggi i riferimenti tecnici, rispetto alla legge del Parco approvata nel 1997, sono le limitazioni imposte sulle emissioni dall'Unione Europea, previste dalla normativa EU 2001/80/CE e in vigore in Italia dal 1. gennaio 2008, secondo valori che la riconversione a carbone "pulito" rispetta con emissioni ridotte alla metà dei limiti. Siamo quindi fiduciosi, perche' nel mese che e' seguito allo stop del Consiglio di Stato sono stati al nostro fianco la giunta regionale, la presidente di Confindustria Emma Marcegaglia, le oltre 8mila persone che hanno firmato la petizione per la riconversione svolta in collaborazione con le organizzazioni sindacali, e perche' abbiamo ottenuto l'impegno dei ministri Paolo Romani e Stefania Prestigiacomo di portare avanti le operazioni di conversione della centrale. Con l'impegno di tutti, e dopo i quasi 150mila posti di lavoro che il Veneto ha perso con la crisi economica, adesso e' il momento di cambiare pagina.
Per la legge del Parco si amministra l'ambiente con il confronto tra i combustibili, ma un confronto così, senza indicare la tecnologia adottata, non ha tecnicamente nessun senso. Oggi i riferimenti tecnici, rispetto alla legge del Parco approvata nel 1997, sono le limitazioni imposte sulle emissioni dall'Unione Europea, previste dalla normativa EU 2001/80/CE e in vigore in Italia dal 1. gennaio 2008, secondo valori che la riconversione a carbone "pulito" rispetta con emissioni ridotte alla metà dei limiti. Siamo quindi fiduciosi, perche' nel mese che e' seguito allo stop del Consiglio di Stato sono stati al nostro fianco la giunta regionale, la presidente di Confindustria Emma Marcegaglia, le oltre 8mila persone che hanno firmato la petizione per la riconversione svolta in collaborazione con le organizzazioni sindacali, e perche' abbiamo ottenuto l'impegno dei ministri Paolo Romani e Stefania Prestigiacomo di portare avanti le operazioni di conversione della centrale. Con l'impegno di tutti, e dopo i quasi 150mila posti di lavoro che il Veneto ha perso con la crisi economica, adesso e' il momento di cambiare pagina.
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